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Principi di educazione cristiana - Contents
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    Un’impresa colossale

    Grandi furono l’onore e il privilegio accordati a Israele nella preparazione del santuario; e grande fu anche la sua responsabilità. Nel deserto, da un popolo che usciva dalla schiavitù, doveva essere eretto un edificio di incommensurabile splendore che esigeva per la sua costruzione il materiale più costoso e la più grande abilità artistica. Questa sembrava un’impresa colossale; però colui che aveva fornito il piano della costruzione s’impegnò a collaborare con i costruttori.PEC 24.1

    “Il Signore parlò ancora a Mosè dicendo: ‘Vedi, io ho chiamato per nome Besaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda; l’ ho riempito dello Spirito di Dio, per dargli sapienza, intelligenza e conoscenza per ogni sorta di lavori... Ed ecco, gli ho dato per aiutante Ooliab, figlio di Aisamac, della tribù di Dan; ho messo sapienza nella mente di tutti gli uomini abili, perché possano fare tutto quello che ti ho ordinato’”. Esodo 31:1-3, 6.PEC 24.2

    Nel deserto ci fu, così, una scuola di formazione artistica nella quale Cristo e gli angeli erano gli istruttori. Tutto il popolo doveva collaborare alla preparazione del tabernacolo e del suo arredamento: vi era lavoro per la mente e per il braccio. Siccome occorreva grande quantità di materiale, tutti furono invitati a contribuire secondo il desiderio del loro cuore. In tal modo, gli israeliti impararono a collaborare con Dio e con i propri simili, come pure a preparare l’edificio spirituale: il tempio di Dio nelle persone umane.PEC 24.3

    Già prima di lasciare la terra d’Egitto era stata istituita un’organizzazione temporanea: il popolo era stato suddiviso in schiere sotto la guida di capi scelti. Al Sinai ciò venne perfezionato, e così l’ordine già rivelato da tutte le opere di Dio si manifestò nell’economia giudaica: Dio era il centro dell’autorità e del governo; Mosè, suo rappresentante, doveva amministrare la legge nel suo nome. Vennero, poi, il consiglio dei settanta, i sacerdoti, i principi, i capi di migliaia, di centinaia, di cinquantine, di decine e, infine, gli addetti a uffici speciali. Cfr. Numeri 11:16, 17; Deuteronomio 1:15. Il campo era sistemato in modo ordinato: al centro il tabernacolo, la dimora di Dio, circondato dalle tende dei sacerdoti e dei leviti; più lontano, ogni tribù accampata sotto la propria bandiera.PEC 24.4

    Furono inoltre prese in considerazione alcune leggi di carattere sanitario molto dettagliate. Queste non erano solo necessarie alla salute, ma anche per assicurarsi la presenza di colui che solo è il Santo. Per divina autorità, Mosè dichiarò: “Infatti il Signore, il tuo Dio, cammina in mezzo al tuo accampamento per proteggerti...; perciò il tuo accampamento dovrà essere santo”. Deuteronomio 23:14.PEC 25.1

    L’educazione degli israeliti includeva tutte le loro abitudini di vita. Tutto quello che riguardava il loro benessere era oggetto della sollecitudine divina e perciò fu incluso nell’ambito della sua legge. Perfino nel provvedere al cibo, Dio si preoccupò del loro bene maggiore. La manna con la quale egli li nutrì nel deserto era di tale qualità da contribuire a fortificare le loro energie fisiche, mentali e morali. Quantunque molti di loro si ribellassero a questa restrizione alimentare, la saggezza della scelta di Dio si manifestò in modo tale che nessuno poté negarla. Infatti, nonostante la dura vita nel deserto, nessuno era fiacco.PEC 25.2

    L’arca, che conteneva la legge di Dio, doveva guidarli nelle loro peregrinazioni. Il luogo per accamparsi era indicato dalla discesa della colonna di nuvola, e fino a quando questa rimaneva sul tabernacolo, essi restavano in quell’accampamento; quando la nube si alzava, il popolo si rimetteva in cammino. Sia la sosta sia la partenza erano accompagnate da una solenne invocazione. “Quando l’arca partiva, Mosè diceva: ‘Sorgi, o Signore, e siano dispersi i tuoi nemici, e fuggano davanti alla tua presenza quelli che ti odiano!’. Quando l’arca si posava, diceva: ‘Torna, o Signore, alle miriadi di migliaia d’Israele!’” Numeri 10:35-36.PEC 25.3

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