Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents
Principi di educazione cristiana - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    Capitolo 7: Vita di grandi uomini

    La storia biblica riporta molte illustrazioni sui risultati della vera educazione, e presenta tanti nobili esempi di persone la cui vita fu una benedizione per il prossimo perché vissero come rappresentanti di Dio. Fra loro ricordiamo Giuseppe, Daniele, Mosè, Eliseo e Paolo.PEC 33.1

    Ancora adolescenti, proprio quando dalla fanciullezza stavano passando all’età adulta, Giuseppe e Daniele furono strappati alle loro case e condotti prigionieri in terra pagana. In modo particolare Giuseppe fu esposto alle tentazioni che accompagnano quei grandi mutamenti che si verificano in modo fortuito.PEC 33.2

    Che cosa lo aiutò a conservarsi integro quando era il figlio caro e prediletto nella casa paterna? Quando in casa di Potifar, dapprima schiavo, ne divenne il confidente e il compagno? Quando nel carcere di faraone, prigioniero di stato, condannato ingiustamente, era senza alcuna speranza di liberazione? E quando, finalmente, in un’ora particolarmente critica, fu chiamato a governare una nazione?PEC 33.3

    Nessuno può rimanere, senza pericolo, in un posto in vista. Come la tempesta lascia intatti i fiori della valle e sradica gli alberi sulla cima dei monti, così le più impetuose tentazioni, che lasciano tranquilli coloro che nella vita occupano una posizione umile, si abbattono su quelli che occupano nel mondo i più alti posti d’onore e di successo. Giuseppe seppe sopportare sia la prova dell’avversità sia quella della prosperità, dimostrando un’immutata fedeltà alla corte di Faraone come già nella cella del carcere.PEC 33.4

    Giuseppe, nella sua infanzia, aveva imparato ad amare e a temere Dio. Spesso, nella tenda del padre, sotto le stelle di Siria, aveva udito il racconto della visione notturna di Betel, della scala fra il cielo e la terra, degli angeli che salivano e scendevano, di colui che dal suo trono eccelso si era rivelato a Giacobbe. Aveva udito il racconto della lotta sul fiume Iabboc, quando il padre, rinunciando al peccato, si era reso vincitore e aveva ricevuto il titolo di principe di Dio.PEC 33.5

    Quando, giovanetto, pascolava le greggi paterne, la vita pura e semplice aveva favorito in lui lo sviluppo delle energie fisiche e mentali. Dalla comunione con Dio attraverso la natura e lo studio delle grandi verità trasmesse come santo deposito di padre in figlio, egli aveva acquisito vigore di mente e fermezza di princìpi.PEC 33.6

    Nella crisi della sua vita, durante quel tremendo viaggio dalla casa paterna in Canaan verso la schiavitù di Egitto, Giuseppe si ricordò del Dio di suo padre. Ricordò le lezioni ascoltate da bambino, e la sua anima fremette alla determinazione di agire come si conviene a un suddito del Re del cielo.PEC 33.7

    Nell’amara schiavitù in terra straniera, in mezzo ai vizi di un culto pagano, circondato dalle attrattive della ricchezza, della cultura e del fasto regale, Giuseppe rimase saldo perché aveva imparato la lezione dell’ubbidienza al dovere.PEC 34.1

    Quando fu chiamato alla corte di faraone, l’Egitto era la nazione più grande di tutte. Per civiltà, arte e sapere, non aveva rivali. Nel periodo della massima difficoltà e del maggior pericolo, Giuseppe amministrò gli affari del regno e lo fece in modo tale da conquistarsi la fiducia del re e del popolo tanto che faraone “lo stabilì Signore della sua casa e governatore di tutti i suoi beni, per istruire i princìpi secondo il suo giudizio e insegnare ai suoi anziani la sapienza”. Salmi 105:21, 22.PEC 34.2

    La parola ispirata ci rivela il segreto della vita di Giuseppe. Con parole di divina potenza e bellezza, Giacobbe, nel benedire i figli, disse di questo suo amatissimo: “Giuseppe è un albero fruttifero; un albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami si stendono sopra il muro. Gli arcieri lo hanno provocato, gli hanno lanciato frecce, lo hanno perseguitato, ma il suo arco è rimasto saldo; le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di Giacobbe, da colui che è il pastore e la roccia d’Israele, dal Dio di tuo padre che ti aiuterà e dall’Altissimo che ti benedirà con benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell’abisso che giace di sotto... Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei progenitori, fino a raggiungere la cima delle colline eterne. Esse saranno sul capo di Giuseppe, sulla fronte del principe dei suoi fratelli”. Genesi 49:22-26.PEC 34.3

    La fedeltà a Dio, la fede nell’Invisibile fu l’ancora di Giuseppe, il segreto della sua forza.PEC 34.4

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents