Il principio della collaborazione
Nella formazione domestica dei giovani, il principio della collaborazione ha un valore inestimabile. Fin dai primi anni di vita i bambini dovrebbero essere portati a sentirsi parte integrante della società familiare. Anche i piccolissimi dovrebbero essere abituati a partecipare all’attività quotidiana e a sentire che il loro contributo è necessario e apprezzato. I più grandi dovrebbero assistere i genitori, partecipare ai loro progetti, condividerne le responsabilità e i pesi. Se padri e madri dimostrano ai figli di apprezzare il loro aiuto, di desiderare le loro confidenze, e di godere della loro compagnia, questi risponderanno prontamente. Non solo il fardello dei genitori risulterà alleggerito e i figli riceveranno una preparazione pratica di gran valore, ma si avrà pure un rafforzamento dei legami familiari e un approfondimento delle basi stesse del carattere.PEC 166.3
La collaborazione dovrebbe essere l’anima e la regola di vita della classe. Gli insegnanti che sanno assicurarsi la partecipazione degli allievi usufruiranno di un prezioso aiuto per mantenere l’ordine. Essendo di aiuto in classe, molti ragazzi, che per la loro irrequietezza sono spesso causa di disordine e di insubordinazione, potranno così trovare sfogo alle loro esuberanti energie. Lasciate che i più grandi aiutino i più piccoli, i più forti si occupino dei più deboli e così, per quanto possibile, ciascuno sia chiamato a far qualcosa in cui eccelle. Ciò incoraggerà il rispetto di sé e il desiderio di rendersi utile.PEC 166.4
Sarebbe vantaggioso per i giovani, e anche per i genitori e per gli insegnanti, studiare le lezioni di collaborazione indicate dalla Scrittura. Fra le sue molteplici illustrazioni è da ricordare quella della costruzione del tabernacolo, una lezione dimostrativa per la formazione del carattere, alla quale partecipò tutto il popolo: “Tutti quelli che il proprio cuore spingeva e tutti quelli che il proprio spirito rendeva volenterosi...”. Esodo 35:21. Leggete come furono ricostruite le mura di Gerusalemme dai reduci della cattività, in mezzo alla povertà, ai contrattempi, ai pericoli, e come fu portato a termine quell’immane compito perché “il popolo aveva preso a cuore il lavoro”. Neemia 4:6. Pensate alla parte avuta dai discepoli nel miracolo compiuto dal Salvatore quando sfamò la folla. Il pane si moltiplicava nelle mani di Gesù, e i discepoli lo distribuivano alla moltitudine che ne era in attesa.PEC 166.5
“Siamo membra gli uni degli altri” (Efesini 4:25), perciò ciascuno “secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri”. 1 Pietro 4:10.PEC 167.1
Le parole scritte per coloro che nell’antichità fabbricavano gli idoli, potrebbero essere scelte benissimo come motto da chi si occupa della formazione del carattere: “Si aiutano a vicenda; ognuno dice al suo fratello: ‘Coraggio!’” Isaia 41:6.PEC 167.2