Lezioni di grande valore
Mentre il popolo si spostava nel deserto apprese molte preziose lezioni dal canto. Liberato dall’esercito del faraone, tutto Israele intonò un canto di trionfo. Nel deserto e sul mare risuonò la gioiosa melodia, e le montagne riecheggiarono di accenti di lode: “Cantate al Signore, perché è sommamente glorioso”. Esodo 15:21. Questo cantico fu spesso ripetuto durante il cammino e contribuì a rallegrare i cuori e a ravvivare la fede dei pellegrini. I comandamenti che Dio diede al Sinai, uniti alla promessa del suo favore e al ricordo delle sue opere meravigliose per la loro liberazione, dietro consiglio divino furono espressi con il canto e intonati al suono di strumenti musicali: il popolo camminava accompagnato dalle voci che si univano in accenti di lode.PEC 25.4
Il pensiero degli israeliti, così, era distolto dalle prove e dalle difficoltà del cammino; gli spiriti turbolenti venivano tranquillizzati, i principi di verità fissati nella memoria e la fede ne era rinvigorita. L’azione di gruppo insegnava ordine e unità, e il popolo era messo in intima comunione con Dio e con il prossimo.PEC 25.5
Circa l’atteggiamento di Dio verso Israele durante i quarantanni di permanenza nel deserto, Mosè dichiarò: “Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge suo figlio, così il Signore, il tuo Dio, corregge te... per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti”. Deuteronomio 8:5; Deuteronomio 8:2.PEC 26.1
“Egli lo trovò in una terra deserta, in una solitudine piena d’urli e di desolazione. Egli lo circondò, ne prese cura, lo custodì come la pupilla dei suoi occhi. Come un’aquila che desta la sua nidiata, svolazza sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne. Il Signore solo l’ha condotto e nessun dio straniero era con lui”. Deuteronomio 32:10-12.PEC 26.2
Dio circondò Israele d’ogni comodità e gli diede tutti i privilegi possibili perché potesse onorare il suo nome ed essere una benedizione per tutte le nazioni vicine. Se avesse camminato nelle vie dell’ubbidienza, si sarebbe realizzata la promessa secondo la quale Dio lo avrebbe messo “al di sopra di tutte le nazioni che ha fatte, quanto a gloria, rinomanza e splendore”. Deuteronomio 26:19. “Tutti i popoli della terra vedranno che tu porti il nome del Signore, e ti temerano”. Deuteronomio 28:10. Le nazioni udendo le leggi che Dio aveva dato al suo popolo, avrebbero detto: “Questa grande nazione è il solo popolo savio e intelligente”. Deuteronomio 4:6. Nelle leggi affidate a Israele, esplicite istruzioni furono date in merito all’educazione. Sul monte Sinai Dio, rivelandosi a Mosè si autodefin: “...misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà”. Esodo 34:6. Questi princìpi, incorporati nella sua legge, dovevano essere insegnati ai figli dai padri e dalle madri in Israele. Mosè, per incarico di Dio, dichià loro: “Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai”. Deuteronomio 6:6, 7.PEC 26.3
Tutto cià non doveva essere insegnato come arida teoria. Coloro che insegnavano la verità dovevano essere i primi a metterla in pratica. Solo riflettendo nella propria vita il carattere di Dio in giustizia, nobità e altruismo, si potevano imprimere queste virtù negli altri.PEC 26.4
La vera educazione non consiste nell’imporre l’istruzione a una mente non preparata e non ricettiva. Le facoltà della mente devono essere risvegliate, e l’interesse deve essere suscitato. È a questo che provvedono i divini metodi d’insegnamento. In casa e nel santuario, per mezzo della natura e dell’arte, mediante riti e simboli innumerevoli, Dio impartì a Israele delle lezioni che illustravano i suoi principi e che avrebbero conservato la memoria delle sue opere meravigliose. Così, quando sorgeva una domanda, le istruzioni date come risposta rimanevano impresse nella mente e nel cuore.PEC 26.5
Dalle disposizioni date per la formazione del popolo, risulta evidente che una vita centrata su Dio è una vita completa. È Dio, infatti, che provvede a soddisfare ogni desiderio e impulso dell’animo umano e a sviluppare ogni facoltà della mente.PEC 27.1
L’Autore di ogni bellezza, amante egli stesso di ciò che è bello, si preoccupò di appagare nei suoi figli l’amore per la bellezza. Provvide anche ai loro bisogni sociali, incrementando quelle utili relazioni che contribuiscono a coltivare la simpatia e a rendere la vita più dolce e più luminosa.PEC 27.2