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Messaggi Scelti, Vol. 2 - Contents
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    CAPITOLO 31—ESPERIENZE PERSONALI

    Prime esperienza nel trattamento della polmoniteMS2 188.1

    Nell’inverno del 1864, il mio Willi si ammalò improvvisamente di polmonite. Avevamo appena seppellito il figlio maggiore a causa della stessa malattia, ora la nostra preoccupazione era tutta per Willi, temevamo che anche lui potesse morire. Decidemmo di non chiamare il medico, ma di usare l’acqua come rimedio terapeutico, supplicando il Signore in favore del nostro bambino. Invitammo alcune persone che avevano fede e ci riunimmo per pregare, eravamo certi della presenza e della benedizione di Dio.MS2 188.2

    Il giorno seguente Willi era sempre molto grave, delirava. Egli non riconosceva più la mia voce e sembrava che non mi vedesse. Il battito del suo cuore era irregolare e molto agitato. Continuammo quindi a supplicare il Signore in suo favore, e nel frattempo continuavamo ad applicargli acqua in abbondanza sulla testa; mantenevamo costantemente alcune compresse sui suoi polmoni, e presto sembrò stare meglio. Il ragazzo aveva forti dolori sul fianco destro che gli impedivano di coricarsi su questo lato. Facemmo sparire questo dolore mediante le compresse d’acqua fredda, variando la temperatura dell’acqua secondo l’intensità della febbre, tenendo conto che le mani e i piedi dovevano essere sempre caldi.MS2 188.3

    Speravamo che superasse la crisi nel settimo giorno. Durante la sua malattia riposavamo pochissimo, e fummo obbligati a lasciarlo alle cure di altri durante la quarta e la quinta notte. Dopo il quinto giorno mio marito e io eravamo molto ansiosi. Il ragazzo ebbe un’altra emorragia e tossì considerevolmente. Mio marito rimase in preghiera accanto a Willi per molto tempo. Quella notte lasciammo il nostro bambino nelle mani del Signore. Prima di ritirarci a riposare mio marito pregò lungamente e ferventemente. Improvvisamente mio marito sentì una voce che gli diceva: Vai a riposare, mi prendo cura io del bambino.MS2 188.4

    Mi ero coricata, e non potevo dormire per l’ansia per molte ore. Sentivo che mi mancava l’aria. Anche se la nostra camera era grande, mi alzai per aprire la porta che immetteva in una gran sala e subito sentii sollievo, poi mi addormentai. Sognai che un esperto medico era insieme a mio figlio, controllava il suo respiro e aveva una mano sul suo cuore e con l’altra sentiva il suo polso. Poi egli si voltò verso di noi e ci disse: La crisi è passata. Per lui questa notte era la peggiore. Ora, il ragazzo si riprenderà lentamente, perché non ha mai assunto alcun medicamento dannoso, che altrimenti avrebbe compromesso la guarigione. La natura ha fatto il suo corso liberando il suo corpo dalle impurità. A questo punto io gli confidai la mia situazione, ossia il malessere, specialmente la mancanza d’aria. Allora il dottore mi disse:MS2 188.5

    L’aria che ti ha fatto bene nell’aprire la porta, allevierà il respiro del vostro bambino. Egli ha bisogno di respirare aria fresca. Infatti, voi lo avete tenuto troppo coperto. L’aria riscaldata che proviene dalla stufa è dannosa, e se non fosse per l’aria che entra dalle fessure delle finestre, sarebbe velenosa per il ragazzo, e comprometterebbero ancor di più i suoi polmoni già tanto deboli. Il calore della stufa distrugge la vitalità dell’aria e indebolisce i polmoni. I polmoni del bambino sono stati indeboliti perché l’ambiente era troppo caldo. I malati sono indeboliti dalla malattia e necessitano tutta l’aria vitalizzante che possono sopportare per fortificare gli organi vitali e resistere alla malattia. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, l’aria e la luce nella camera del malato vengono esclusi nei momenti in cui necessitano di più, come se fossero nemici pericolosi.MS2 188.6

    Questo sogno e l’esperienza di mio marito sono stati una grande consolazione per noi. Il mattino seguente abbiamo constatato che nostro figlio aveva passato una notte agitata. La febbre alta persisté fino a mezzogiorno poi, scese completamente, e il ragazzo si sentì meglio anche se molto debole.MS2 188.7

    Durante quei cinque giorni di malattia lui mangiò solo un biscottino. Poi cominciò a riprendersi velocemente, e la sua salute fu migliore di quella vissuta negli ultimi anni. Questa esperienza fu molto incoraggiante per noi.
    Spiritual Gifts, vol. 4 (first section), pp. 151-153 (1864).
    MS2 189.1

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