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Volgi lo sguardo a Gesù - Contents
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    Febbraio 12—La vita di Cristo corregge le persone

    “Lasciate che i piccoli fanciulli vengano a me, e non lo vietate, perciocché di tali è il regno di Dio”. Matteo 19:14VG 51.1

    Il nostro Salvatore non visse misteriosamente in solitudine durante gli anni che precedettero il suo ministero pubblico. Visse coi suoi genitori a Nazareth, e lavorò con Giuseppe nella bottega di falegname. La sua vita fu semplice, libera da qualsiasi stravaganza o sperpero. Quando arrivò il tempo di iniziare il suo ministero pubblico, andò a proclamare l’Evangelo del regno. Fino alla fine della sua opera conservò la semplicità delle sue abitudini.VG 51.2

    Scelse i suoi aiutanti dalle classi più basse della società. I primi discepoli furono umili pescatori di Galilea. Il suo insegnamento era così semplice che i bambini potevano comprenderlo, e poi lo si poteva ascoltare ripetuto dalle sue labbra. Tutto quello che faceva e diceva possedeva l’incanto della semplicità.VG 51.3

    Cristo fu uno scrupoloso osservatore, percepiva molte cose che gli altri trascuravano.VG 51.4

    Era disposto sempre ad aiutare, era sempre pronto a pronunciare parole di speranza e di simpatia per gli scoraggiati e i tribolati. Permise che la moltitudine lo stringesse senza lamentarsi, benché qualche volta rimase senza fiato. Quando incontrava un funerale non era indifferente. La tristezza si rifletteva nel suo sembiante al contemplare la morte, e pianse con chi faceva cordoglio. Quando i bambini raccoglievano i fiori selvatici che crescevano abbondantemente intorno e si accalcavano per offrirglieli, li riceveva allegramente, sorrideva a loro ed esprimeva la sua gioia nel vedere tante varietà di fiori. Questi bambini erano la sua eredità. Sappiamo che venne per riscattarli dal nemico mediante la sua morte sulla croce del Calvario. Le sue parole venivano conservate nei loro piccoli cuori. Erano gioiosi al pensare che Lui apprezzava i loro piccoli doni e gli parlava amorevolmente. Cristo osservava i bambini nei loro giochi, e spesso esprimeva la sua approvazione quando ottenevano una vittoria innocente in qualche gioco che decidevano di fare. Intonò canti per questi bambini utilizzando parole dolci e benedette. Essi sapevano che Lui li amava. Mai corrugò la fronte o si accigliò. Condivise le loro gioie e tristezze infantili. Spesso raccoglieva i fiori e dopo aver sottolineato la loro gentile grazia, li regalava. Lui li aveva creati e si deliziava nel decantarne la bellezza. È stato detto che Gesù non ha mai sorriso. Questo non è vero! Un bambino nella sua innocenza e nella purezza della primavera faceva scaturire dalle sue labbra un cantico di gioia.VG 51.5

    (Manoscritto 20, del 12 Febbraio 1902 ” Il nostro fratello maggiore”)VG 51.6

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