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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 (Vecchio Testamento) - Contents
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    2 Samuele

    Capitolo 12:1-14

    Il pentimento di Davide lo condusse alla salvezza CBVT7A 201.1

    La parabola dell’agnellino che il profeta Nathan presentò al re può essere studiata da tutti. Il re ignorava completamente ciò che si pensava del suo comportamento con Uriah, ma la parabola lo illuminò facendogli comprendere quello che si poteva pensare di lui. Mentre continuava a compiacere sé stesso e a violare il comandamento, gli fu presentata la parabola di un ricco che tolse a un povero il suo unico agnellino. Ma il re era completamente offuscato dal suo peccato che non comprese che lui era il peccatore. Cadde nella trappola e con grande indignazione pronunciò la sua sentenza supponendo che si trattava di un altro uomo che condannava a morte. Quando gli fu presentata l’applicazione e gli furono fatti vedere i fatti, e quando Nathan disse: ‘Tu sei quell’uomo! Inconsciamente hai condannato te stesso'. Davide rimase sopraffatto e non riuscì a trovare le parole con cui giustificare la sua condotta. CBVT7A 201.2

    Questa esperienza fu penosissima per Davide, ma sommamente benefica. Se Davide non avesse visto il suo riflesso nello “specchio” che Nathan gli mise davanti, egli non si sarebbe mai convinto di questo grave peccato, e sarebbe stato distrutto. La convinzione della sua colpevolezza fu la salvezza della sua anima. Vide sé stesso sotto un’altra luce, esattamente come lo vedeva il Signore, e finché visse si pentì del suo peccato. (Letter 57, 1897)CBVT7A 201.3

    13 - Da rileggere il commento di EGW in 1 Re 3: 14 CBVT7A 201.4

    Davide non presentò nessuna scusa CBVT7A 201.5

    Dopo aver ricevuto l’avvertimento divino, Davide si risvegliò come da un sogno. Sentì il peso del peccato commesso, ma non cercò giustificazioni per attenuare la gravità del suo peccato come fece Saul. Invece con sincero dolore e rimorso inclinò la testa davanti al profeta e riconobbe la sua colpevolezza. Davide non manifestò uno spirito incredulo. Se fosse stato mosso dallo spirito dei governanti delle nazioni che lo circondavano, non avrebbe tollerato che Nathan gli presentasse un quadro del suo crimine coi suoi colori veramente abominevoli, ma avrebbe tolto la vita al fedele riprensore. Tuttavia dall’altezza del suo trono e del suo potere illimitato, il suo umile riconoscimento di quanto era accaduto è un’evidenza che ancora temeva la Parola di Dio e che tremava davanti a essa. (ISP 378, 381)CBVT7A 201.6

    25 — La mancanza di pentimento porta alla presunzione CBVT7A 202.1

    Salomone amava il Signore e nella sua condotta seguiva i princìpi di Davide suo padre; solamente offriva sacrifici e bruciava incenso sulle alture. (1 Re 3:3)CBVT7A 202.2

    La giovinezza di Salomone fu illustre in grandezza e saggezza perché era in relazione col cielo, egli dipese da Dio e fece di Lui il suo punto di forza. Dio lo aveva chiamato Jedidia ‘a motivo dell’amore che l’Eterno gli portava’ . Il re era stato l’orgoglio e la speranza di suo padre, ed era molto amato da sua madre. Era stato circondato da tutti i vantaggi mondani che potessero servire per migliorare la sua educazione e per aumentare la sua saggezza, ma dall’altro lato, la corruzione della vita di corte lo induceva ad amare il divertimento e a compiacere i suoi appetiti. Mai gli mancarono i mezzi per soddisfare questi desideri, e mai ebbe bisogno di praticare l’abnegazione. Nonostante tutte queste circostanze discutibili, durante la sua giovinezza, il carattere di Salomone fu conservato puro. L’angelo di Dio poté parlare con lui durante la notte, e le promesse divine per ricevere comprensione, giudizio, e qualificarlo completamente affinché compisse le sue responsabilità, furono fedelmente compiute. Nella storia di Salomone abbiamo la certezza che Dio farà grandi cose per coloro che Lo amano, che sono ubbidienti ai Suoi comandamenti e confidano in Lui come loro garante e forza.CBVT7A 202.3

    Molti dei nostri giovani naufragano durante il pericoloso viaggio della vita, perché sono troppo sicuri di sé, e troppo presuntuosi. Seguono le loro inclinazioni, sono attratti dai divertimenti, indulgono sugli appetiti, finché si formano abitudini che diventano come catene che è impossibile spezzare…così questi giovani si trascinano verso la completa rovina. Se i nostri giovani, oggi, come re Salomone, sentissero la necessità di acquisire la sapienza celeste e cercassero di sviluppare e rafforzare le loro facoltà superiori e consacrarle al servizio di Dio, la loro vita mostrerebbe grandi e nobili risultati, conseguirebbero una felicità pura e santa per loro stessi e per gli altri. (HR April 1878)CBVT7A 202.4

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