Capitolo 20:7,8,10,12

Il peccato di MosèCBVT7A 99.1

In tutte le loro peregrinazioni, i figli d’Israele furono tentati di attribuire a Mosè l’opera speciale di Dio, in special modo i miracoli portentosi che furono effettuati per liberarli dalla schiavitù egiziana. Accusarono Mosè di averli tratti dalla terra d’Egitto. Era certo che il Signore si era manifestato in modo particolare a Mosè lo aveva favorito con la sua presenza e a lui aveva rivelato la Sua gloria straordinaria. Sul monte lo aveva reso partecipe di un’intimità sacra e l’Eterno aveva parlato con lui come un uomo parla al proprio amico. Ma il Signore aveva dato prova su prova che era Lui stesso che stava lavorando per la liberazione del Suo popolo. Egli parlò a Mosè dicendo: Prendi il bastone e tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame. (Numeri 20:8) E Mosè convocò la radunanza e disse: Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia? (Numeri 20:10)CBVT7A 99.2

Praticamente Mosè è come se avesse detto al popolo che aveva ragione nel credere che lui stava facendo le opere portentose che si stavano realizzando in loro favore. Questo indusse Dio a dimostrare a Israele che questa dichiarazione di Mosè non era basata sulla verità… Per fugare per sempre dalla loro mente l’idea che fosse un uomo a guidarli, l’Eterno ritenne necessario che il loro leader morisse prima di entrare nella terra promessa. (MS 69, 1912). CBVT7A 99.3