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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 (Vecchio Testamento) - Contents
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    Capitolo 7:7

    I dubbi e l’incredulità di Giosuè CBVT7A 121.4

    Giosuè manifestò un sincero zelo per l’onore di Dio, tuttavia le sue richieste furono mescolate col dubbio e l’incredulità. Il pensiero che Dio avrebbe portato il Suo popolo oltre il Giordano per consegnarlo alle potenze nemiche, fu un grave peccato, indegno di un capo di Israele. I sentimenti di scoraggiamento e sfiducia di Giosuè furono imperdonabili in vista dei grandi miracoli che Dio aveva operato per la liberazione del Suo popolo. Le ripetute promesse che Egli sarebbe stato sempre con loro fino a quando i malvagi non fossero scacciati dalla terra promessa furono dimenticate. Ciononostante il nostro Dio misericordioso non castigò il suo servo per questo errore. Accettò la sua umiliazione e le sue preghiere, ma allo stesso tempo rimproverò dolcemente la sua incredulità, e infine gli rivelò la causa della loro sconfitta. (ST, April 21, 1881)CBVT7A 121.5

    11-13 — Il Signore detesta l’idolatria - (cap. 22:15-34) CBVT7A 122.1

    In questo capitolo il Signore esprime la sua abominazione contro l’idolatria delle nazioni pagane che si erano separate dal culto all’Iddio vivente, rendendo omaggio ai demoni. Santuari e templi, belle statue e costosi monumenti, e tutte le più ingegnose e costose opere d’arte, mantenevano i pensieri e gli affetti nella più completa schiavitù e negli inganni satanici. Per natura, il cuore umano è portato all’idolatria e all’auto-esaltazione. I costosi monumenti del culto pagano, riempivano i loro sensi di piacere e lusingavano la loro fantasia, e tutto questo seduceva gli Israeliti separandoli dal servizio a Dio. Per eliminare questa tentazione dal suo popolo, il Signore gli ordinò di distruggere tutte quelle reliquie idolatriche, sotto la pena di essere essi stessi aborriti e maledetti da Dio. (ST, April 21, 1881)CBVT7A 122.2

    16-26 - Il peccato deve essere confessato e rimproveratoCBVT7A 122.3

    La storia di Acan ci insegna una grande lezione, ossia che a causa del peccato di un uomo, il dispiacere di Dio si posò su tutto il popolo e tutta la nazione, fintantoché la trasgressione non fosse stata scoperta e punita. Il peccato è corrotto per natura. Un uomo infettato dalla lebbra, può contagiare migliaia di persone. Coloro che occupano posizioni di responsabilità come guardiani del popolo di Dio, sono persone sleali al loro incarico se non scoprono e condannano il peccato. Molti non osano condannare l’iniquità per paura di perdere la posizione e la popolarità. Alcuni considerano che è mancanza di carità rimproverare il peccato. Il servo di Dio non dovrebbe permettere mai che il suo spirito si mescoli col rimprovero che si impone che egli dia, anzi è obbligato a presentare la Parola di Dio senza paura e senza favoritismi. Il peccato deve essere chiamato col suo nome. Coloro che con la loro trascuratezza o indifferenza permettono che il nome di Dio sia disonorato dal suo popolo professo, sono contati tra i trasgressori e registrati nei libri del cielo come partecipi alle opere del maligno. CBVT7A 122.4

    L’amore di Dio non indurrà mai qualcuno a dare poca importanza al peccato, mai coprirà o scuserà un errore inconfessato. Acan imparò troppo tardi che la legge di Dio come il suo Autore è immutabile. La legge ha a che fare con tutti i nostri atti, pensieri e sentimenti. Raggiunge ogni motivo segreto delle nostre azioni. Per la compiacenza verso il peccato gli uomini sono indotti a considerare la legge di Dio con troppa leggerezza. Molti nascondono le loro trasgressioni davanti agli uomini adulando sé stessi dicendo che Dio non è poi tanto severo nel condannare l’iniquità. Ma la Sua legge è la grande norma di giustizia, e ogni atto della vita dovrà essere messo a confronto con essa nel giorno in cui Dio giudicherà ogni opera segreta, sia buona che sbagliata. La purezza del cuore conduce alla purezza della vita. Tutte le scuse riguardo al peccato sono vane. Chi può difendere il peccatore quando il Signore stesso è contro di lui? (ST, April 21, 1881)CBVT7A 123.1

    20, 21 — La confessione senza pentimento non vale nullaCBVT7A 123.2

    Ci sono molti professi cristiani la cui confessione di peccato è simile a quella di Acan. Essi, generalmente riconoscono la loro indegnità, ma si rifiutano di confessare i peccati, la loro colpevolezza pesa sulla loro coscienza, provocando così la collera di Dio sul Suo popolo. Così, molti invece di confessare i propri peccati come l’egoismo o la disonestà verso Dio e verso il prossimo, li nascondono. Il vero pentimento proviene dal riconoscere il carattere offensivo del peccato. Queste confessioni, in generale non sono frutto di una vera umiliazione davanti al Signore. Esse lasciano il peccatore in uno stato di autocompiacimento, ed egli continua a vivere come prima, finché la sua coscienza si indurisce e gli avvertimenti che una volta lo scossero, producono appena un sentimento di pericolo, ed egli si convincerà che il suo comportamento peccaminoso è del tutto corretto. Scoprirà i suoi peccati troppo tardi, in quel giorno quando non potranno più essere espiati con sacrificio né offerta. CBVT7A 123.3

    C’è una grande differenza tra l’ammissione delle colpe dopo che sono stati provati, e confessare i peccati che sono conosciuti solo da Dio e noi stessi. (ST May 5, 1881)CBVT7A 124.1

    Acan non sentiva alcun rimorsoCBVT7A 124.2

    Quello che Acan stimò essere una cosa minima fu la causa di grande angoscia e peso per gli anziani d’Israele, questo è il caso quando il Signore è adirato contro il Suo popolo. Gli uomini sui quali riposa la responsabilità dell’opera sono quelli che sentono più forte il peso dei peccati della gente, e che pregano con l’angoscia nell’anima a causa del rimprovero del Signore. Acan, il colpevole, l’interdetto, non sentiva alcun rimorso, e prese la cosa con molta freddezza. Non troviamo nulla nel racconto che indichi che si sentì turbato. Non c’è prova alcuna che fosse pentito o ragionasse per causa ed effetto, dicendo “E’ il mio peccato che ha portato il dispiacere sul popolo” Non si domandò: “Sarà per il mio furto di questo oro e del mantello babilonese che siamo stati sconfitti nella battaglia?” Non pensava di riparare al suo errore mediante la confessione del suo peccato umiliando la sua anima. (Letter 13, 1893)CBVT7A 124.3

    Il metodo del Signore vendicatoCBVT7A 124.4

    La confessione di Acan anche se tardiva come se lo potesse salvare, vendicò il carattere di Dio nel suo modo di procedere con lui, e chiuse la porta alla tentazione che con tanta frequenza turbava i figli d’Israele nell’attribuire ai servi di Dio l’opera che Dio stesso aveva ordinato di fare. Letter 13, 1893CBVT7A 124.5

    21 — Crescita dell’avidità in AcanCBVT7A 125.1

    Acan, aveva fomentato l’avidità e l’inganno nel suo cuore, finché la sua percezione di peccato svanì e cadde facilmente in tentazione. Coloro che si azzardano ad accondiscendere a un peccato conosciuto, saranno vinti facilmente la seconda volta. La prima trasgressione apre la porta al tentatore, ed egli gradualmente demolisce ogni resistenza fino a prendere pieno possesso dell’anima. Acan aveva udito le ammonizioni frequentemente ripetute contro il peccato dell’avidità. La legge del Signore anche se enfatica e positiva proibiva il furto e ogni inganno, ciononostante Acan continuò ad amare il peccato. Non essendo scoperto e rimproverato pubblicamente diventò più audace, e gli avvertimenti ebbero sempre meno effetto su di lui, finché la sua anima sprofondò nelle tenebre. (ST, April 21, 1881)CBVT7A 125.2

    In cambio della sua animaCBVT7A 125.3

    Per un mantello babilonese e un vile tesoro d’oro e d’argento, Acan acconsentì a vendersi al male. Portando su di sé la maledizione del Signore, rinunciò al suo titolo e a una ricca possessione in Canaan, perse così ogni prospettiva della futura eredità immortale nella nuova terra. Sicuramente pagò un prezzo terribile per il suo guadagno male avuto. (ST, May 5, 1881)CBVT7A 125.4

    Dio ci chiede di vivere una vita puraCBVT7A 125.5

    Ai nostri giorni, molti considerano il peccato di Acan di poca importanza, e scusano la sua colpa. Questo accade perché non comprendono il carattere del peccato e delle sue conseguenze, non hanno il senso della santità di Dio e delle Sue richieste. Spesso si sente dire che Dio non è poi così esigente se ubbidiamo diligentemente alla Sua Parola o no, se ubbidiamo a tutti i comandamenti della sua Santa Legge o no. Invece, l’esperienza di Acan dovrebbe essere per noi un monito. Il Signore in alcun modo può giustificare i colpevoli. CBVT7A 125.6

    La controversia in favore della Verità avrà poco successo quando c’è il peccato in coloro che la difendono. Uomini e donne possono conoscere bene la Scrittura, come la conoscevano anche gli Israeliti, tuttavia se i loro cuori non sono retti davanti a Dio, non avranno alcun successo nei loro sforzi. Il Signore non sarà con loro. Non avranno un concetto elevato degli obblighi verso la legge del cielo, né si rendono conto del sacro carattere della Verità che insegnano. Il consiglio del Signore è: “ Siate puri, voi che portate i vasi del Signore“. (Isaia 52:11)CBVT7A 125.7

    Difendere la Verità non è sufficiente. La prova più eloquente del suo valore si vede in una vita santa, e senza di questo, le affermazioni più conclusive mancano di peso e di potere persuasivo, poiché la nostra forza è radicata nell’essere in comunione con Dio attraverso lo Spirito Santo, e la trasgressione ci separa da questa sacra vicinanza: la Fonte del potere e della saggezza. (RB, March 20, 1888)CBVT7A 126.1

    24 — 26 Il risultato dell’influenza dei genitoriCBVT7A 126.2

    Avete considerato il fatto che i complici di Acan, a sua volta furono oggetto della punizione di Dio? Questo accadde perché non furono preparati ed educati con le istruzioni date nella legge di Dio. I genitori di Acan educarono il loro figlio in modo tale che si sentì libero di disubbidire alla Parola del Signore, e i princìpi sbagliati che gli furono inculcati lo portarono a trattare i propri figli nella stessa maniera, e anche loro si corruppero. La mente agisce e a sua volta influisce su altre menti; il castigo che incluse quelli che erano relazionati con Acan rivela che tutti erano implicati nella trasgressione. (MS 67, 1894)CBVT7A 126.3

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