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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento - Contents
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    Capitolo 14:2,3, 6

    Vedi commento di EGW al cap. Atti 1: 17ACB 141.2

    Vedi commento di EGW al cap. Romani 8:347ACB 141.3

    8-10 - Dio non può essere visto in forma esterna - (Giovanni 14 :8-10)7ACB 141.4

    Al dubbio di Filippo, Gesù rispose con un rimprovero. L’apostolo pretendeva di vedere il Padre in forma corporea, nonostante Egli si fosse già rivelato per mezzo di Cristo. È possibile che, dopo aver camminato con me, ascoltato le mie parole, visto i miracoli della moltiplicazione dei pani, visto la guarigione dei malati, visto riportare in vita i morti, visto la risurrezione di Lazzaro, il cui corpo aveva ormai subito la decomposizione, tu ancora non mi conosci? È possibile che tu non discerna il Padre nell’opera che Egli fa per me? Cristo con enfasi impresse sulle loro menti il fatto che sarebbe stato possibile vedere il Padre attraverso la fede. Dio non può essere visto in forma corporea da nessun essere umano. Solo Cristo poteva rappresentarlo dinanzi all’umanità. I discepoli avevano il privilegio di avere quella conoscenza del Padre da più di tre anni. Mentre Cristo pronunciava quelle parole, la gloria di Dio brillava nel Suo volto e tutti i presenti erano invasi da sacro timore. Essi si sentivano attratti da Lui e nel percepire quell’amore così grande, sentivano di essere attratti l’un l’altro. Percepivano che il cielo era loro molto vicino, che le parole che ascoltavano erano un messaggio che veniva direttamente dal Padre celeste. (MS 41, 1897)7ACB 141.5

    9-11 — L’autorità divina di Gesù7ACB 141.6

    Il Redentore del mondo era uguale a Dio. La Sua autorità era l’autorità del Padre. Egli dichiarò che la Sua esistenza era legata a quella del Padre. L’autorità con cui parlava e operava miracoli esprimeva la Sua intrinseca identità, eppure assicurava che Lui e il Padre sono Uno. Come Legislatore, Gesù esercitava l’autorità di Dio, i Suoi comandamenti e le Sue decisioni erano sostenute dalla sovranità del trono eterno. La gloria del Padre si è rivelata nel Figlio. Cristo ha manifestato il carattere del Padre. Egli era così unito a Dio ed era così avvolto dalla Sua luce, che colui che ha visto il Figlio, ha visto il Padre. La Sua voce era come quella Dio. (UR, Jan.7, 1890)7ACB 141.7

    11 - Preparazione per la tentazione7ACB 142.1

    Credetemi, io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a motivo di quelle opere stesse. La fede dei discepoli riposava sulle prove fornite da Cristo stesso, prove che nessuno mai prima ha saputo dare. Essi compresero che l’umanità non poteva fare quelle meravigliose opere. Cristo voleva innalzarli dal basso stato della loro fede, impartendo un’istruzione superiore e la conoscenza di ciò che Egli era; cioè Dio in carne umana. Quanto ardentemente e con quale perseveranza il nostro compassionevole Salvatore ha cercato di proteggere i Suoi discepoli contro la tempesta che stava per abbattersi su di loro! Egli desiderava che i Suoi seguaci fossero protetti con Lui in Dio. (MS 41, 1897)7ACB 142.2

    15 - (vedi commento di EGW al cap. Esodo 20:1-17; Romani 3:317ACB 142.3

    L’ubbidienza è possibile7ACB 142.4

    Dobbiamo servire il Signore con la natura che abbiamo, che è stata redenta per mezzo della giustizia del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Grazie alla Sua giustizia, possiamo essere perdonati e presentarci davanti al trono di Dio purificati, come se non avessimo mai peccato. Considerando ciò che potremmo fare se fossimo angeli, non riusciremo mai ad avere la forza sufficiente. Dobbiamo quindi volgerci con fede a Gesù Cristo e mostrare il nostro amore a Dio attraverso l’ubbidienza ai Suoi comandamenti. (MS 1, 1892)7ACB 142.5

    21- Dio ama l’ubbidiente come ama il Suo proprio Figlio7ACB 142.6

    Ogni credente può testimoniare il vero carattere di Dio, il Suo amore verso tutti coloro che ubbidiscono ai Suoi comandamenti e come ama il proprio Figlio. Quanto sorprendente è quest’affermazione: supera certamente la comprensione della mente finita. (Letter 11a, 1894)7ACB 142.7

    26 - Vedi commento di EGW al cap. Rom. 2:47ACB 143.1

    30 — Vedi commento di EGW al cap. Giovanni: 1:1-3, l4)7ACB 143.2

    La purezza di Cristo infastidisce Satana7ACB 143.3

    Vivendo in mezzo all’impurità, Cristo ha mantenuto la Sua purezza. Satana non è riuscito mai a corromperla. Cristo sentiva perfetto odio per il peccato. La Sua santità lo difese contro la passione di un mondo dissoluto. Egli con la Sua vita perfetta gettò sul mondo una perenne condanna, manifestando il contrasto tra trasgressione e purezza: la giustizia senza macchia di Colui che non aveva conosciuto peccato. Quella celeste purezza disturbava l’apostata, così seguì Gesù giorno dopo giorno servendosi delle persone che sostenevano di avere una purezza superiore e conoscenza di Dio, mentre nei loro cuori regnava l’odio contro Cristo. Satana tentava i Suoi discepoli perché lo tradissero e lo abbandonassero. (ST, May 10, 1899).7ACB 143.4

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