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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 Nuovo Testamento - Contents
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    Capitolo 4:3-6

    Ammaliante potere di Satana — (cap. 2:11; Giovanni 15:3)7ACB 272.6

    La giustizia richiede che il peccato non sia semplicemente perdonato; la pena di morte deve essere eseguita. Il Signore, donando il Suo Figlio, ha rilevato entrambe le esigenze. Morendo al posto dell’uomo, Cristo compie la pena di morte e fornisce la grazia.7ACB 273.1

    L’uomo, a causa del peccato si è separato da Dio. La sua anima è diventata insensibile per mezzo delle macchinazioni di Satana, l’autore del peccato. L’uomo, non è capace da solo di percepire il peccato, né di apprezzare o di appropriarsi della natura divina. Il potere ammaliante di Satana è su di lui. Tutti gli ingegnosi sotterfugi del diavolo sono presenti nella sua mente, pronti a prevenire ogni impulso benefico. Ogni facoltà e il potere datogli da Dio viene usato come arma contro il Benefattore divino, così anche se lui lo ama, Dio non può liberamente comunicare con lui per elargire i doni e le benedizioni che Egli desidera dare.7ACB 273.2

    Tuttavia, il Signore non sarà mai sconfitto da Satana. Egli ha mandato il Suo Figlio nel mondo, affinché sotto forma umana, umanità e divinità uniti in Lui, possa elevare l’uomo nella scala morale verso Dio. Non esiste altra via per la salvezza dell’uomo. Senza di me, dice Cristo, voi non potete fare nulla. Solo per mezzo di Cristo, la Sorgente della vita, può rivitalizzare la natura dell’uomo, trasformare i suoi gusti, impostare i suoi affetti che si elevano verso il cielo. Attraverso l’unione del divino con la natura umana, Cristo può illuminare la comprensione e infondere la sua vitalità attraverso l’anima morta nei falli e nei peccati. (MS 50, 1900)7ACB 273.3

    17,18 — Le prove dell’operaio del Signore — (Romani 8:18; 1 Pietro 1:6,7; 2 Corinzi 4:17)7ACB 273.4

    Vedi commento di EGW al cap. 2 Corinzi 12:47ACB 273.5

    Se Paolo, travagliato da ogni parte, perplesso, perseguitato, può chiamare le sue prove - la luce, di che allora ha da lamentarsi oggi un cristiano? Quanto sono insignificanti le nostre prove in confronto a tutte le afflizioni di Paolo. Esse non sono nemmeno degne di essere confrontate con il peso eterno di gloria che attende il vincitore. Gli operai del Signore sono ordinati per la perfezione del carattere.7ACB 273.6

    Per quanto grande possa essere la privazione e la sofferenza del cristiano, per quanto oscura e imperscrutabile possa sembrare la via della Provvidenza, il cristiano deve imparare a gioire nel Signore, ricordando che tutto ciò che Egli fa per lui è per il suo bene. (RH, May 6, 1902)7ACB 274.1

    Mi è stato mostrato che in futuro vedremo in che modo tutte le nostre prove sono state collegate alla nostra salvezza e come queste afflizioni abbiano collaborato a nostro favore…perché la nostra momentanea leggera afflizione produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria. (Letter 5, 1880)7ACB 274.2

    Il peso eterno di gloria7ACB 274.3

    Gli anni di abnegazione, di privazione, di prova, afflizione e la persecuzione che Paolo era costretto a subire, egli lo chiamava “momento”. Le cose del tempo presente non si possono considerare degne di nota rispetto al peso eterno di gloria che li aspetta alla fine del conflitto. Queste afflizioni toccavano gli operai di Dio, ordinati per il perfezionamento del carattere cristiano. Quali che siano le circostanze del cristiano, per quanto tenebrose e misteriose possano essere le vie della Provvidenza, per quanto grande possa essere la sua privazione e sofferenza, egli può distogliere lo sguardo da tutto questo in favore alle cose invisibili ed eterne. Egli ha la certezza che le benedizioni del Signore stanno lavorando per il suo bene.7ACB 274.4

    Lo Spirito Santo che illumina l’anima di Paolo con la luce del cielo, garantisce il suo interesse riguardo ai fedeli. Il linguaggio di Paolo era forte, tuttavia non sempre era in grado di trovare parole sufficientemente adatte per esprimere l’eccellenza della gloria, dell’onore e dell’immortalità che i credenti riceveranno prima del ritorno di Cristo. Rispetto alla scena su cui l’occhio della mente possa posarsi, tutte le afflizioni temporanee sono momentanee e quindi indegne di preoccupazioni. Viste alla luce della croce, le cose di questa vita non sono altro che vanità. La gloria che l’ha attratto, è stata notevole, pesante, durevole, al di là di quanto si possa descrivere. Eppure Paolo la descrive al meglio che può, affinché le menti finite per quanto sia possibile, possano coglierne la realtà.7ACB 274.5

    Il peso della gloria, la pienezza di Dio e la conoscenza erano cose smisurate per l’uomo semplice. Eppure, Paolo, cerca di usare un linguaggio più facile, più espressivo. Per cogliere la fantasia degli uomini nello spiegare la gloria di Dio, usa termini più ampi.7ACB 275.1

    La Santità, la dignità, l’onore e la felicità alla presenza di Dio, sono cose per ora invisibili se non con l’occhio della fede, mentre le cose che si vedono, come l’onore mondano, la ricchezza e la gloria umana, sono nulla davanti all’eccellenza, la bellezza e la gloria splendente delle cose per ora invisibili. Le cose di questo mondo sono temporali, mentre le cose che non si vedono sono eterne, durature nei secoli dei secoli. Per assicurarsi questo tesoro infinito bisogna ottenerlo e giammai perderlo. (MS 58, 1900)7ACB 275.2

    18 — Vedere Colui che è invisibile — (Colossesi 3:2; Ebrei 11:27)7ACB 275.3

    Vedi commento di EGW al cap. 2 Corinzi 6:17,187ACB 275.4

    La nostra mente si trova al livello dei nostri pensieri. Se pensiamo soltanto alle cose terrene, non riusciremo ad avere l’impronta di ciò che è celeste. Dalla contemplazione della misericordia, della bontà e dell’amore di Dio, potremmo ottenere grandi benefici, invece, troppo spesso ci soffermiamo sulle cose terrene e temporali. Siamo talmente sopraffatti dalla sofferenza, dal dolore e dalle perplessità, che facciamo di un granello di sabbia una montagna. Le cose temporali non devono occupare completamente i nostri pensieri. La nostra mente deve essere educata al fine di diventare un canale per le cose celesti ed eterne. Contemplando Colui che è invisibile possiamo ottenere la forza d’animo e il vigore dello spirito. (ST, Jan 9, 1893)7ACB 275.5

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